Si tratta di gruppi di supervisione rivolti a professionisti impegnati in relazioni di cura ed educazione (medici, infermieri, psicologi, educatori, insegnanti ecc..), chiamati a svolgere compiti complessi con competenze professionali ed emotive che sono connesse al ruolo e alla relazione con l’altro. La supervisione offre uno spazio fisico e mentale in cui interagire con le proprie emozioni, con quelle degli altri e con la cultura dell’istituzione di appartenenza, con l’obiettivo di sviluppare strumenti di comprensione e consapevolezza del proprio ruolo e della rete di ruoli in cui si è inseriti, sviluppando le proprie capacità di lettura del caso/situazione e attivando processi di co-apprendimento esperienziale. La supervisione si propone come “un terzo” che attivi e rilanci un lavoro psichico di contenimento e pensiero, dove l’attenzione viene rivolta alle dinamiche gruppali del “qui e ora”, messe in connessione con il caso/situazione in esame e con l’istituzione.