Mission

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Macramè nasce dalla volontà di progettare e realizzare interventi volti a favorire lo sviluppo e la crescita dell’individuo e dei gruppi a cui appartiene (famiglia, gruppo classe, gruppo di lavoro etc.).

Per perseguire questa mission, dal nostro punto di vista, occorre sviluppare una cultura che dia valore all’integrazione e alla condivisione. In questo senso, pensiamo sia fondamentale che i professionisti della cura escano dagli studi specialistici ed entrino nei contesti di vita delle persone (famiglia, scuola, lavoro, centri di aggregazione etc.), proponendo iniziative che favoriscano l’incontro, lo scambio e la solidarietà.


COSA VUOL DIRE PER NOI PRENDERSI CURA?

Nella vita quotidiana, stare bene e stare male rimandano al concetto di guarigione intesa come eliminazione del dolore. Nella ricerca del benessere è contenuto l’antico desiderio di non soffrire e, in ultimo, non morire.
Tuttavia la sofferenza è un messaggio che inevitabilmente si fa posto nel processo evolutivo di un individuo e che richiede di essere decodificato.
Dal nostro punto di vista il concetto di guarigione deve essere sostituito con quello di prendersi cura.
Occuparsi della propria sofferenza vuol dire per noi imparare a sentire, a dare significato ai messaggi del proprio corpo e delle proprie emozioni, ad accettare l’alternanza di piacere e dolore come condizione del nostro essere vivi.
La salute cessa di essere la pura assenza di malattia. Non è uno stato di benessere acquisito una volta per tutte, ma un processo in cui entra anche il rapporto con il dolore e con il limite che caratterizzano la dimensione umana.
Si comprende, allora, come l’obiettivo della cura non sia esclusivamente la risoluzione di un sintomo, in un’ottica prettamente medicalistica, ma abbia come finalità prima la valorizzazione delle risorse dell’individuo.


PERCHÈ IL GRUPPO?

Il gruppo è il laboratorio della nostra proposta.

I gruppi (le famiglie, i gruppi informalile istituzioni etc.) rappresentano la forma di socialità privilegiata dentro il complesso intreccio che è la polis. Per affrontare il cambiamento richiesto dalle continue mutazioni sociali, dal nostro punto di vista, occorre imparare a decentrare lo sguardo, mettersi al confine e vedere ciò che da soli non si è in grado di riconoscere.  Solo l’incontro con l’altro può aiutare a guardare oltre.
I gruppi, fondati sul rispetto reciproco, sull’impegno personale, sull’importanza dell’assumersi responsabilità, sul riconoscimento della diversità dell’altro e sulla possibilità di affermare la propria individualità, permettono ai soggetti che ne fanno parte di trasformarsi in “agenti di sviluppo”.
I gruppi, così caratterizzati, favoriscono l’insorgere di solidi legami sociali sui quali va riposta la fiducia verso la possibilità di affrontare i cambiamenti che stiamo attraversando nella società di oggi.